
Lo sapevi che Gabriele D’Annunzio è stato il primo influencer della storia italiana perché testimonial dell’acqua Amerino di Acquasparta?
Certo è difficile immaginarlo con la duck face e il filtro lana & lena, ma chiaro come per un brand sia fondamentale sfruttare il potenziale che un influencer ha sul proprio pubblico per pubblicizzare i prodotti. Da sempre. 

Gli influencer giocano un ruolo centrale nell’ecosistema del marketing, proprio grazie alla loro capacità di spostare l’interesse dei propri seguaci su un determinato prodotto, sfruttando la loro notorietà. In gergo: convertire. 

Questa capacità è dovuta al senso di vicinanza che sono in grado di creare: la gente ama gli influencer perché non sono celebrità fuori portata, bensì persone normali con vite comuni e con le quali è possibile relazionarsi, con le quali spesso è possibile entrare in contatto diretto, parlarci e sentirli quasi come amici. A differenza delle celebrità che sembrano essere miti intoccabili dalle vite misteriose.

In più spesso i “consigli per gli acquisti” inseriti nelle stories durano 24h e questo li rende esclusivi e imperdibili, soprattutto se legati ad un codice sconto.
Ma attenzione: non è il numero di follower a determinare l’efficacia dell’influencer marketing, ma ci sono tante componenti da valutare. 

Non è tutto oro quello che luccica!
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